il Tacco di Bacco

Musica evocativa di mondi alternativi: la MAB e gli anni ’70 a Martina Franca, nel cuore della Valle d’Itria

Musica evocativa di mondi alternativi: la MAB e gli anni ’70 a Martina Franca, nel cuore della Valle d’Itria

di Angela Maria Centrone

La Valle d’Itria è sicuramente un centro nevralgico musicale, se contiamo il numero di Festival presenti attualmente in zona, i quali spaziano dal jazz alla musica elettronica passando per il rock, senza dimenticare la musica classica, in particolare barocca, nella sua re-interpretazione più prestigiosa: le opere liriche dimenticate che da ormai 50 anni il Festival della Valle d’Itria riporta alla luce, motivo per cui Martina Franca s’appella proprio come Città del Festival.

Questo territorio rappresenta un epicentro vivace, che da sempre ha coltivato la passione per la musica. Se osserviamo la toponomastica di Martina noteremo come le vie dell’extra-murale, intorno al centro storico della città, siano dedicate a famosi compositori: Mercadante, Rossini, Donizetti, Pergolesi, Bellini.

Il borgo antico, le facciate barocche, i palazzi nobiliari, la Basilica di San Martino e tutto ciò che vi è di più prezioso è, letteralmente, abbracciato dalla musica.

Anche il Giangià Club, negli anni ’70, era ubicato in quelle strade che avvolgevano Martina “vecchia”. Era molto più di un club, il Giangià era un luogo di controcultura, che raccoglieva tra le sue mura il fermento giovanile del tempo e accoglieva le “voci fuori dal coro” dell’epoca. 

In quel piccolo “iuso” nasce la storia che Gianni Bianchini ci racconta oggi, una narrazione affascinante e tragica, così come quegli anni furono, che vede protagonisti i suoi due fratelli più grandi, Angelo e Michele Bianchini, i quali al tempo fondarono - con l’amico Rino Colonna - una band dalle sfumature rock prog: la MAB - Minestra Affogata in Brodo. 

Il gruppo non entrò mai in uno studio di registrazione, ma ottenne un discreto successo calcando qualche palco nazionale importante, come l'Altro Mondo di Rimini. 

“Chissà cosa sarebbe successo dopo” si chiede tristemente Gianni parlandocene. Poco dopo, infatti, ci sarà un’improvvisa battuta d’arresto di quell’esperienza con la morte di Angelo, avvenuta a causa di un carcinoma molto aggressivo, che lo uccise poco più che ventenne.

Il triste destino di quel ragazzo talentuoso segnerà la fine della MAB e del Giangià Club, lasciando un vuoto incolmabile in quella piccola comunità di ragazzi martinesi e, soprattutto, nel fratello Michele. 

Si tratta di una piccola storia nella grande storia che, attraverso la musica viene rievocata a distanza di quasi mezzo secolo, insieme alle atmosfere iconiche, tipiche dell’epoca. O semplicemente legate a “chi eravamo, come pensavamo, cosa sognavamo”.

La musica, dunque, si fa macchina del tempo, perché il recupero di un nastro della MAB – Minestra Affogata in Brodo, registrato durante uno dei live al Giangià e inciso su vinile, ci catapulta direttamente, lì, negli anni ’70. Più di 40 anni dopo, grazie all’impegno personale di Gianni Bianchini, che ha cercato concretamente quel nastro, e professionale di Cosimo Pecere, che ha stampato i 33 giri, quella musica torna a vivere. Quei giovani e le loro idee tornano a vivere. Gianni ha riunito non solo i suoi fratelli, ma tutti quei ragazzi disobbedienti della Valle d’Itria.

Non è un’operazione nostalgica, ma un atto di preservazione culturale, perché il vinile della MAB racchiude le vibrazioni di uno spazio simbolico come il Giangià Club. Si tratta di un omaggio a quei musicisti e a un’intera generazione. È il racconto di un periodo in cui la musica non si limitava a intrattenere, ma era motore di cambiamento, di confronto, di libertà (Lo è ancora? E in che misura? NdR).

Il progetto è, contemporaneamente, un esempio del valore della memoria collettiva, permettendo di avere tra le mani un frammento di passato, e celebrazione del potere straordinario della musica di creare legami: Gianni Bianchini e Cosimo Pecere hanno reso possibile questa rinascita e con la collaborazione di Rino Colonna, Stefano Campanella, Franco Oriolo, Agostino Convertino e Stefano Casavola quei momenti non sono andati perduti. 

Il vinile della MAB è un oggetto da collezione (circa 200 copie esistenti), ma anche un pezzo di storia restituito al presente. Chi vorrà supportare questo progetto, potrà farlo acquistando il disco su www.psychoutrecords.com

La musica costruisce mondi alternativi e, grazie a iniziative come questa, tutti quei mondi possibili non scompaiono mai del tutto.

11/12/2024 00:00
Angela Maria Centrone

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