Il mosaico romano detto di santa Elisabetta, dal nome della chiesa nei pressi del quale venne scoperto, si trova oggi all’interno della facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell'Università di Perugia in via Pascoli, nella zona della Conca. Apparteneva ad un complesso termale realizzato fuori la cinta muraria etrusca, in un’area ricca di acque ed è uno dei più importanti monumenti di età romana della città.
Il mosaico (m 14,10 x 8,10), realizzato in tessere bianche e nere e incorniciato da una doppia fascia di tessere nere che ne delimita i bordi, raffigura il mito di Orfeo nell’atto di ammansire le fiere con il suono della lira. La dovizia dei particolari anatomici presente nei quaranta animali delle specie più diverse rivela una tecnica di alto livello artistico eseguita da maestranze romane.
Il complesso ebbe lunga vita e fu probabilmente trasformato in un edificio di culto cristiano, come testimonia la presenza di un’abside e, sulla superficie pavimentale in prossimità del rinoceronte, due segni a croce incisi. Lo stesso soggetto di Orfeo fu caro all’immaginario cristiano per il suo significato simbolico, paragonato allegoricamente alla parola di Dio che richiama gli uomini e li attira a sé. L’abbandono definitivo dell’area avvenne in seguito di un incendio, verificatosi all’inizio del VI secolo d.C.
Sabato
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