PIZZICHI D'AMORE. L'Amore di Don Perlimplino nel giardino di Donna Belisa
Teatro
Il prossimo 3 Gennaio, va in scena a Mottola, il più “grande” tra i lavori minori di Federico Garcia Lorca, "PIZZICHI D'AMORE. L'Amore di Don Perlimplino nel giardino di Donna Belisa" un "Alleluia erotico in quattro quadri e un prologo".
L’intenzione comica - perennemente sul filo del dramma farsesco - non deve distogliere dalla complessità di fondo: il testo è una meditazione sul dolore senza volto, sulla deformazione scaturita dal viluppo delle passioni.
L’opera teatrale va in scena per la prima volta nel 1933 dopo le goffe accuse di pornografia.
La trama è molto semplice, in apparenza: l’anziano Don Perlimplín, padrone di greggi e terre, cede alle lusinghe del matrimonio quando la madre di belisa gli mostra la figlia. L’uomo, privo di esperienze carnali, è succube di una serva e di questa madre-ruffiana.
Le nozze si fanno e l’unione fra corpo e anima dà esiti devastanti; chiamato a un “dovere” che non può ottemperare, Perlimplíno paga il prezzo di amorose voglie, sospirando per Belisa in impeti voyeuristici.
La farsa si trasforma presto in tragedia.
I tradimenti della ragazza (compreso quello multiplo della prima notte di nozze) segnano il suo destino di marito “inservibile”, troppo maturo per garantire - e garantirsi - i lieti afflati del sesso. perlimplino riesce a capire, accetta, vive l’amore come un «profondo taglio nella gola».
Per avere Belisa non resta forse che un colpo di genio, una trovata bislacca - finemente immaginativa.
Ed è qui che si trova l’allaccio tra farsa e dramma.
Invaghita di un misterioso corteggiatore la giovane anela l’incontro con quella carne che non conosce. Perlímplino, rassegnato a un rapporto impari («tu sei giovane e io vecchio… che possiamo farci?»), ascolta le confidenze di questa amabile sposa, si nutre – o così pare – del fuoco ardente delle sue viscere. solo, eppur quieto, prepara l’ultimo “trionfo”: fa credere a Belisa di condurla dall’amato e lì, nel giardino delle delizie, si mostra come un’ombra che ha le sembianze dell’ignoto.
Il marito e l’amante sono la stessa persona.
Il protagonista si uccide in un atto estremo d’amore. col pugnale nel petto, risveglia l’anima della giovane: questa non sa, confonde l’uomo col suo fantasma, ma in lei - finalmente - penetra il “dono” della pietà. «ora belisa ha un’anima!», esclama morendo Don Perlimplino.
È il trionfo della finzione sul reale, l’elegante sberleffo ai custodi della norma.
Lo spettacolo, voluto dal Circolo Carlo Schiavone, è una produzione Eco Ente per la Comunicazione, patrocinato dal Comune di Mottola, Assessorato alla Cultura, e rientra nel cartellone degli eventi natalizi mottolesi.
Con Mimmo Capozzi, Grazia Colucci, Enza De Caro, Angela Genco, Nunzia Gentile, Giorgio Larato, Carmela Milano, Ottavio Pastore, Marilena Pugliese, Rosaria Risplendente.
Regia, Angelo Maurizio Vacca.
Ingresso libero preferibilmente su prenotazione, con offerta libera e volontaria.
Info e prenotazioni 3454225728
3 Gennaio 2025
Auditorium Anita Lupoli dell'Istituto Comprensivo Manzoni-Bosco.
Mottola (Taranto)
Via Gerolamo Gerloni, n. 23
ore 20:00
ingresso libero
Info. 3454225728
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